18/03/2020 – La “didattica a distanza” tra la libertà d’insegnamento ed il diritto all’istruzione – Documento dello Snals –

LA “DIDATTICA A DISTANZA”

TRA LA LIBERTÀ D’INSEGNAMENTO ED IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE

La sospensione delle attività didattiche nelle scuole, nelle università e negli istituti di alta formazione a causa dell’emergenza “Covid 19” ha messo i docenti nella condizione di utilizzare diverse forme di didattica a distanza. Tutta la comunità educante, docenti, dirigenti e personale ATA, si è fatta interprete dell’esigenza di garantire il diritto all’istruzione degli studenti.

La “rete”, da sempre considerata da noi una risorsa preziosa non solo per il funzionamento delle scuole ma anche per il consolidamento degli apprendimenti, ha rivelato nell’attuale situazione di emergenza tutte le sue potenzialità. Riteniamo però che in questo momento l’interesse della comunità educante sia soprattutto quello di mantenere attiva la relazione educativa con gli alunni con l’obiettivo di stimolare approfondimenti sui percorsi formativi già realizzati e di programmare coerentemente la ripresa delle attività curriculari.

Non riteniamo giusto né opportuno imporre metodologie didattiche e strumenti senza la condivisione della comunità scolastica, come del resto raccomanda la nota MI del 6 marzo 2020.

Il rispetto della libertà di insegnamento, tutelata dalla Costituzione, ci induce a lasciare ai docenti la libera individuazione delle migliori modalità per il mantenimento della relazione educativa ai fini del consolidamento delle competenze già acquisite dagli allievi.

Per tale motivo siamo nettamente contrari a qualsiasi forma non prevista dalla norma legislativa e contrattuale di controllo dell’orario di servizio dei docenti o di registrazione delle presenze “a distanza” degli allievi, tramite i software di gestione del registro elettronico.  Lo stesso Ministero tra l’altro ha chiarito che le assenze degli alunni nei periodi di sospensione delle attività didattiche dovute all’attuale situazione di emergenza non saranno conteggiate ai fini della validità dell’anno scolastico. Per quanto concerne i docenti la stessa giurisprudenza in materia afferma che, in assenza di attività programmate o d’impegni collegiali straordinari convocati dal Dirigente Scolastico, il docente deve essere considerato a disposizione, ma senza l’obbligo di adempiere al suo orario settimanale curriculare, previsto per il normale svolgimento delle lezioni [sent. Consiglio di Stato (sezione VI) n. 173 dell’8 maggio 1987, giudizio poi recepito nel D.lgs. n. 297/1994 e nei successivi contratti collettivi nazionali].

Il Ministero poi, intempestivamente a nostro parere, ha emanato la nota 318 dell’11 marzo con la quale ha avviato il monitoraggio delle attività di didattica a distanza messe in atto dalle scuole. Il monitoraggio del MI segue peraltro analoghi monitoraggi già autonomamente avviati da diversi USR.

Non riteniamo opportuna in questo momento un ulteriore adempimento da parte delle scuole, già messe in seria difficoltà dell’emergenza sanitaria, tra l’altro in una fase propedeutica alla messa a punto di un vero sistema di didattica a distanza. Il monitoraggio avviato dal MI manifesta le sue interne contraddizioni allorché alcuni quesiti richiedono addirittura le forme di valutazione individuate dai docenti per la verifica degli apprendimenti previsti dai percorsi realizzati a distanza. Noi riteniamo che la funzione docimologica appartenga ai docenti e sia regolata da precise norme regolamentari e legislative quali il DPR 122/2009 e il D.lgs. 62/2017 e non da protocolli di fonte tradizionale, come del resto lo stesso ministero ha ricordato nella sua nota del 8 marzo 2020.

Avremmo preferito che il Ministero avesse informato le organizzazioni sindacali sull’iniziativa del monitoraggio. Lo Snals avrebbe sicuramente trovato soluzioni flessibili, senza violare i limiti contrattuali, e nel pieno rispetto e riconoscimento del prezioso lavoro che la stragrande maggioranza dei docenti e del personale della scuola sta svolgendo, ben al di là del proprio orario di lavoro, per avviare, prima della raccolta di meri dati statistici, una riflessione pedagogica sulle necessità contingenti della didattica  in un clima condiviso e operoso.

                                                                        Il Segretario Generale

                                                                         Elvira Serafini