10/12/2019 – DL PRECARIATO La situazione è grave ma non è seria.
La situazione è grave ma non è seria (per dirla con Ennio Flaiano).
Il 3 dicembre 2019 l’Assemblea della Camera ha concluso l’esame del D.L. 29 ottobre 2019, n. 126, apportando modifiche ulteriori rispetto a quelle già introdotte durante l’esame in sede referente. Il testo licenziato dalla Camera dà parzialmente seguito, con alcune sue disposizioni, al’Intesa del 1° ottobre ma, purtroppo, modifica unilateralmente altri punti e altri ancora li “dimentica”.
Il testo passa ora all’esame del Senato. Dovrà essere convertito in legge entro il 29 dicembre 2019.
L’auspicio è che almeno questo ultimo passaggio serva a ridare un minimo di credibilità e di affidabilità ad un Governo che con disinvoltura disattende gli accordi sottoscritti e gli impegni assunti.
Pur riconoscendo che alcune parti dell’Intesa sono sulla strada dell’attuazione, lo Snals rileva che in Finanziaria mancano le premesse per il rinnovo del contratto scuola, non c’è notizia dei percorsi di abilitazione per tutti quei docenti esclusi dal concorso straordinario, i tavoli tecnici – su problematiche fondamentali – non sono stati attivati.
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Nello specifico del testo licenziato dalla Camera molti punti stravolgono le Intese alle quali il Decreto doveva dare concreta attuazione e non tiene conto delle richieste /proposte avanzate dai sindacati per migliorare il testo.
La pervicacia dell’Esecutivo –attraverso il testo approvato alla Camera – lascia intravedere scarsa attenzione se non addirittura un’ avversione nei confronti della Scuola e del suo personale.
Interviene pesantemente sulle operazioni di mobilità, che sono materia di contrattazione annuale. Considera non derogabili dai contratti collettivi nazionali di lavoro la richiesta del trasferimento, dell’utilizzazione e dell’assegnazione provvisoria dei neo immessi in ruolo prima di cinque anni.
Lo Snals ritiene urgente che il Governo riequilibri, a favore della contrattazione, il riparto delle competenze tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro, senza sovrapposizioni e contrasti tra norme legislative e norme contrattuali. Lo chiedeva già nella sua precedente piattaforma per il rinnovo del CCNL e lo ha confermato anche nella piattaforma per il triennio 2019-2021.
Conferma 24.000 posti per il concorso straordinario a fronte di un condiviso ampliamento della platea degli aspiranti. La cifra rischia di essere insignificante se si considerano, per ogni anno, sia i posti vacanti e disponibili agli esiti dei trasferimenti (sono numerosissimi) sia il numero dei posti attribuiti effettivamente a nuove immissioni in ruolo (è inferiore alla metà dei posti autorizzati).
Introduce un meccanismo e delle priorità che determinano di fatto nuove graduatorie di precari. Infatti i vincitori del concorso straordinario saranno assunti solo se il posto risulta vacante dopo lo scorrimento delle GAE.
Largo spazio a nuovi contenziosi che da qualche anno avvelenano il mondo della scuola e determinano una situazione di precarietà e di ingiustizia.
Le soluzioni per la scuola devono essere ricercate nei tavoli politici non nelle aule dei tribunali.
Prevede che sia possibile utilizzare gli educatori delle graduatorie comunali per garantire il “regolare svolgimento delle attività” nelle scuole dell’infanzia paritarie comunali, come se il ruolo dei docenti e il ruolo degli educatori fossero sovrapponibili, come se per i bambini il docente e l’educatore svolgessero la stessa attività, come se”il supporto educativo temporaneo” offerto dagli educatori, potesse surrogare l’attività di insegnamento, che è del docente.
Impedisce al personale assistente amministrativo di ruolo facente funzioni di DSGA il soddisfacimento della legittima aspettativa di partecipare ad un concorso riservato. La deroga al possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso un giorno è approvata, poi è respinta. Fino a quando?