18/01/2021 – Tamponi e vaccini subito per rientro in sicurezza.

Il Segretario Generale, Elvira Serafini, ha partecipato ad una lunga videointervista su TRM Network e ha toccato le varie problematiche della scuola – così, quanto mai, strumentalizzata politicamente -, conseguenti alla pandemia, in tutto il territorio nazionale.

Il fulcro dell’intervista: “TUTELIAMO I NOSTRI ALUNNI, TUTELIAMO IL PERSONALE DELLA SCUOLA. Chiediamo il potenziamento dei trasporti, chiediamo subito il vaccino, chiediamo i tamponi. Allora possiamo tornare in sicurezza”.

Riportiamo la trascrizione dell’intervista.

Intervista a Elvira Serafini, Segretario Generale SNALS Confsal, sul canale TRM h24 – Domenica 17 gennaio 2021

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 Buongiorno, innanzitutto.

 E.S.: Buongiorno

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 Ecco, stavamo ascoltando, grazie al collega in studio, Giovanni Scandiffio, le notizie relative alla scuola: nuove ordinanze dalle regioni, in questo caso la Puglia e la Basilicata sono quelle di nostra competenza, ma ecco, a livello nazionale, fin dall’inizio della pandemia, sulla scuola c’è stato un po’ di caos, come denunciato spesso anche da voi sindacati .

E.S.: Sì, effettivamente, c’è stato un grande caos e il caos è creato, secondo noi, da poca attenzione da parte di chi doveva prendere in mano una situazione. E’ chiaro che adesso ogni regione sta andando per i fatti propri. C’è una confusione tra la gente comune, tra le famiglie, tra i lavoratori della scuola; è chiaro che non si può andare avanti così. Avevamo, dall’inizio, come sindacato SNALS, richiesto chiarezza su questo punto. Avremmo collaborato a 360° qualora ce ne fosse stata data la possibilità. Di conseguenza, dovremmo cercare di fare il punto della situazione perché non è possibile usare e strumentalizzare l’istruzione per dei fini solo politici. Vediamo che tutti in questo periodo parlano della scuola e dell’istruzione, ma, effettivamente, nessuno prende coscienza che è l’asse portante dello Stato italiano e che veramente bisogna prendere con serietà, con responsabilità, questo settore e prendere delle decisioni condivise uniche su tutto il territorio perché la Nazione ha bisogno di risposte chiare. .

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Certamente, infatti, proprio questo abbiamo rilevato, questa distinzione tra regioni ma anche tra fasce d’età, quindi proprio di fasce di studio. Ecco, si è creata maggiore confusione sia per le famiglie e per chi doveva lavorare con i ragazzi, ma anche per i ragazzi stessi. Quando si ritornerà a scuola, come sarà gestito tutto questo? ci saranno delle conseguenze, non solo a livello didattico e occupazionale, ma anche psicologico.

E.S.: Sicuramente sì, però noi ce l’eravamo posto, apparteniamo al mondo della scuola, conosciamo i nostri utenti e conosciamo anche il personale che ci lavora e, per questo, dall’inizio della pandemia, ci siamo posti questo problema, perché la didattica a distanza è stata un’emergenza, un’emergenza che ha risposto immediatamente a quelle che erano le esigenze del momento. Di conseguenza, poi, il sindacato si è posto questo dubbio: questa grande problematica, seria, della ricaduta che poteva avere sugli alunni. Abbiamo chiesto di rientrare in classe in sicurezza, la scuola in sicurezza; abbiamo avuto 10 mesi per poter rispondere e la risposta sarebbe stato un coordinamento tra il Ministero dell’Istruzione, il Ministero della Salute, il Ministero dei Trasporti. Dall’inizio abbiamo chiesto un coordinamento con questi tre ministeri e sentendo le parti sociali che hanno la contezza reale dei problemi; così avremmo potuto costruire in 10 mesi una partenza seria, una partenza in sicurezza, per i docenti, per il personale ATA, per i dirigenti, per le famiglie e per gli alunni. Oggi ci troviamo a distanza di dieci mesi che parliamo ancora: “l’infanzia No, la primaria Sì” …. oppure “il contrario, e il contrario di tutto”… e poi ci sono le ordinanze come in Puglia che purtroppo le 2 decisioni vengono prese di settimana in settimana; di conseguenza non sappiamo dopo il 23 cosa ci sarà, come non sapevamo il 7 cosa ci stava dopo l’11… Insomma, sembra che stiamo giocando alla tombola. Questo gioco non ci sta bene. Abbiamo bisogno di chiarezze, basta! anche la regione Basilicata, capisco che hanno allungato i tempi sino al 31 di gennaio perché vogliono vedere come va l’andamento dei contagi; di conseguenza, anche il 31 è un punto interrogativo perché, comunque, dobbiamo vedere realmente quale sarà la situazione. Perché i contagi sono in aumento e la scuola rimane in questa problematica seria, perché le istituzioni scolastiche hanno fatto di tutto per mettersi in sicurezza e noi abbiamo lavorato intensamente al centro, sui tavoli, col protocollo al Ministero nel pieno mese di agosto, ricordo la data del 6 agosto dove abbiamo posto la firma al protocollo. E le scuole si sono attivate con la buona volontà, con pochi strumenti, con poche risorse. Però, tutto il circuito intorno alla scuola non ha funzionato. Vediamo: i trasporti, problema molto serio. Alunni, docenti, personale Ata che si devono spostare ogni mattina, non c’è assolutamente il potenziamento dei mezzi di trasporto; potevano veramente coordinare bene, utilizzare tutti i bus delle aziende private invece di pagare altre cose che servivano poco, mettere a frutto l’utilizzo di queste risorse per potenziare i mezzi di trasporto dove effettivamente la gente sta più ravvicinata e ci può essere il contatto e la trasmissione del virus. Al Ministero della Salute abbiamo chiesto con forza che si cominciasse subito l’uso dei tamponi, da subito per gli alunni e per il personale tutto. Abbiamo chiesto, oggi più che mai, il vaccino perché non è possibile pensare che un docente, faccio l’esempio, che, nell’arco delle 5 ore incontra più o meno un numero che va dai 100 ai 150 alunni, passando da un’aula all’altra, perché ogni classe è formata da 25/28/30 alunni e, di conseguenza, con uno spostamento nell’arco delle 5 ore, ha un contatto diretto con un’utenza elevatissima; e così il personale ATA, così gli stessi dirigenti scolastici. Abbiamo chiesto da subito, come SNALS, il vaccino. Riteniamo opportuno che questa categoria sia tenuta in debita considerazione. Oggi sentiamo parlare dagli spot, che fanno comodo, come politica, a interessarsi del vaccino. Eh, però, realmente un piano serio, dove si parli di questo, per tutto il mondo della scuola, io non lo vedo.

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Ecco, proprio su questo abbiamo visto in queste ultime giornate, in modo particolare, protestare gli studenti – che poi sono loro al centro di tutto questo quadro che lei ha descritto -, in tutte le varie città italiane hanno protestato e la cosa che colpisce è che, di fronte alla domanda, sul perché della manifestazione, del singolo caso, la risposta era sempre unanime: “manifestiamo sia per la riapertura della scuola, che contro la riapertura della scuola” cioè, c’è questo conflitto davvero anche negli studenti stessi che vorrebbero tornare, però, come diceva lei, in assoluta sicurezza. Qual è la risposta, ad oggi, per chiudere, a questi ragazzi? qual è l’auspicio?

 E.S.: Ecco l’auspicio è che noi continueremo a essere al fianco degli alunni, ma, guardi, siamo veramente preoccupati perché, da una parte è giusto che gli alunni tornino in classe, perché la scuola si vive direttamente, è trasmissione di saperi, ma è anche trasmissione di principi, di contatti oculari; la scuola è formazione, e la formazione del cittadino del domani si fa in presenza, non con la didattica a distanza. Ma, purtroppo, tuteliamo i nostri alunni, tuteliamo il personale della scuola, dicendo che se non c’è realmente una sicurezza, se non ci rendiamo conto che la trasmissione sta dando dei risultati negativi, cioè, che si è fermata questa trasmissione o ha rallentato il virus, ha rallentato l’esser portato a passeggio del virus, perché io dico che, purtroppo, con questa trasmissione che avviene velocemente, lo portiamo a 3 passeggio senza volerlo. Ecco che dobbiamo stare molto attenti. Allora, da una parte chiediamo il potenziamento dei trasporti, chiediamo subito il vaccino, chiediamo sicuramente i tamponi. E allora possiamo dire: torniamo in sicurezza. I ragazzi hanno perfettamente ragione. Ma guardi, preciso un passaggio, che non sono solo gli alunni a voler tornare in classe in presenza, anche tutti gli operatori della scuola chiedono di tornare in presenza perché vogliono riprendere il posto di lavoro, ma in sicurezza. Questa è la parola chiave. Di conseguenza, l’auspicio è che veramente i primi di febbraio si possa ritornare in presenza, ma in sicurezza.

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 Certo, assolutamente, ricordiamo che la tutela della salute rimane comunque prioritaria in questa fase di emergenza. Grazie per essere intervenuta, intanto; ci aggiorneremo poi nelle prossime giornate per tutte le altre novità. Le auguro una buona domenica

E.S.: Buona domenica e grazie.