22/06/2020 – Cara Scuola n. 35 – La didattica in presenza, in sicurezza.

Una sola alternativa agli investimenti: la politica dello struzzo.

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LA DIDATTICA

IN PRESENZA, IN SICUREZZA            

            Se le condizioni dell’evoluzione pandemica da Covid-19 lo consentiranno, il primo settembre 2020 si ritornerà in aula. Ma la convivenza con il virus assegna una primaria importanza al tema delle misure contenitive del contagio (rimodulare spazi, ripensare all’organizzazione, ampliare gli organici del personale), con il dovere di renderle fattibili e di gestirle con efficacia ed efficienza.

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            Le misure contenitive sono il presupposto per tutelare il diritto all’istruzione -come prescrive l’art. 34 Costituzione-  e per renderlo concreto.

Durante i mesi di sospensione della presenza a scuola a causa del Covid -19 quel diritto è stato gravemente compresso e compromesso: non tutti gli alunni hanno potuto esercitarlo, per una serie di ragioni evidenti ed oggettive; l’isolamento ha condizionato i processi di crescita e lo sviluppo delle competenze e delle conoscenze. Perciò bisogna tornare a scuola, in presenza ma in sicurezza e garantire a tutti, veramente a tutti, il diritto all’istruzione.  La presenza a scuola crea un contesto più favorevole all’apprendimento, – e dunque la classe non può essere “divisa-dimezzata”-;  consente alle famiglie di organizzare la propria vita e le proprie attività  lavorative;  non può più permettere classi sovraffollate.

Rimodulare gli spazi

E’ uno dei primi interventi per la sicurezza e salute nelle aule e in tutto l’istituto, per ritornare all’apprendimento “ nella classe e con la classe”. Interessa circa 10 mln e mezzo di persone (oltre 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori nelle scuole statali, in aggiunta i numeri relativi alle scuole paritarie: circa 950mila studenti e 200mila docenti).

Nell’ottica del distanziamento fisico fra alunni occorre rimodulare gli spazi e ridurre il numero di alunni per classe. Non più classi sovraffollate: le classi prime dell’a.s. 2020-2021 vanno formate tenendo conto delle misure anti Covid19 e degli spazi a disposizione per ogni istituto, per ogni aula. Per le classi già formate negli anni precedenti vanno individuati nuovi e più ampi spazi,  con l’eliminazione di tramezzi, ove possibile, perché sia mantenuta l’”unitarietà” di ogni classe. E’ possibile pensare alla creazione di strutture temporanee esterne oppure al reperimento di spazi disponibili, con la collaborazione degli Enti territoriali.

Particolare attenzione alle classi con la presenza di alunni con disabilità.

Ripensare all’organizzazione

Oltre alle classi “normali” è un problema ulteriore l’organizzazione degli spazi e del lavoro per la prevenzione e la protezione durante le attività formative non esercitabili a distanza (utilizzo di laboratori con macchinari e/o attrezzature e/o strumenti).

Perciò, per tutti, occorre pensare a soluzioni organizzative innovative per articolare il tempo scuola (inizi differenziati delle lezioni, entrate scaglionate, turni antimeridiani e pomeridiani) e per ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione.

Incrementare gli organici del personale

Un’analisi attenta della nuova realtà scolastica, con più spazi e un’organizzazione più complessa, rende indispensabile un potenziamento, un ampliamento degli organici ATA. Già in tempi normali si lamenta l’insufficienza dell’organico. Pensare di far fronte alle nuove necessità con organico ATA invariato è velleitario.

Addirittura sciagurata sarebbe l’idea di pensare all’invarianza anche dell’organico dell’autonomia (docenti).

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Gli investimenti

Tali innovazioni richiedono notevoli investimenti strutturali per:

– la costruzione di strutture temporanee, gli arredi, l’eliminazione di tramezzi, la ristrutturazione, il reperimento e la predisposizione dei locali;

– il maggiore tempo di apertura delle scuole e l’ampliamento dell’organico del personale ATA;

– l’ ampliamento dell’organico docenti;

– garantire frequenti sanificazioni e  dispositivi di prevenzione (DPI);

– la didattica online. Si dovranno garantire a tutti pc e tablet; istituzionalizzare l’animatore digitale e gli assistenti tecnici, per supportare tecnicamente studenti, docenti e famiglie. Potrà costituire un’attività integrativa e non sostitutiva della didattica in presenza.

Il ruolo della scuola dell’”autonomia”

Nel quadro di un protocollo nazionale ogni singola istituzione scolastica dovrà condividere – tra DS, RSU e OOSS –  il proprio protocollo per l’apertura in sicurezza.

Dovrà essere assicurata la didattica in presenza, con la flessibilità e le rimodulazioni necessarie, considerando il numero degli alunni, gli spazi reperiti, l’esistenza di plessi, gli organici assegnati, la collaborazione con gli Enti territoriali e il territorio. In definitiva, sostanziare l’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca di ogni istituzione scolastica.

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            Se si vuole cogliere l’opportunità che ogni crisi offre è questo il momento di intervenire sul sistema scolastico, con un piano di investimenti per qualificarlo innalzando la quota del PIL nazionale attualmente destinato alla Scuola ai livelli degli altri paesi dell’Unione Europea e assicurando il rinnovo contrattuale con risorse aggiuntive a tutto il personale.

C’è una sola alternativa. Non investire sulla Scuola, rendere impraticabile il rientro a scuola in presenza e in sicurezza, enfatizzare il ruolo della didattica a distanza e … imporla ancora, come la panacea di tutti i mali. La politica dello struzzo.♦