25/11/2019 – LEGGE DI BILANCIO Investimenti, rinnovo del CCNL, libertà di insegnamento, organici, precariato
Legge di Bilancio 2020 quello che non c’è ma che ci dovrebbe essere.
L’Istruzione e la ricerca vincono in cinque mosse: investimenti, rinnovo del CCNL, libertà di insegnamento, organici e precariato
Premessa
Nell’analizzare i contenuti del disegno di legge di bilancio 2020, non manca la consapevolezza che i nodi economici irrisolti ereditati dai precedenti governi hanno imposto una manovra da 30 miliardi di euro, di cui ben 23,1 miliardi esclusivamente per scongiurare, nel 2020, un aumento delle aliquote IVA dal 22 al 25,2% e dal 10 al 13%. Non mancano interventi che rappresentano elementi di discontinuità rispetto al recente passato (non si fa più riferimento al pareggio di bilancio, un cambio di passo rispetto alla lotta all’evasione fiscale, taglio del cuneo fiscale dal versante del lavoro dipendente, l’avvio del Green new deal, il rafforzamento della clausola investimenti del 34% al Mezzogiorno, alcuni interventi per la famiglia, ecc.). Tuttavia registriamo che, nonostante le ripetute affermazioni da parte del Ministro dell’Istruzione e del Presidente del Consiglio circa la necessità di realizzare cospicui investimenti pluriennali e strutturali nel settore dell’istruzione e ricerca, nel disegno di legge sono previsti solo pochi e disorganici interventi, in piena continuità con le scelte politiche dei governi degli ultimi anni. Nel valutare le scelte di governo sull’istruzione e la ricerca punto di riferimento essenziale è la loro coerenza con gli accordi e le intese sottoscritte con il primo Governo Conte e confermate dal secondo con gli accordi sottoscritti con il ministro Fioramonti il 1° ottobre 2019.
In questo contesto, le Organizzazioni sindacali unitariamente sono impegnate con ogni forma di coinvolgimento e mobilitazione del personale e dell’opinione pubblica.
Un investimento straordinario nell’Istruzione e nella Ricerca
Veniamo da un lungo periodo di disinvestimento nei settori della conoscenza che ha contribuito ad acuire in maniera parossistica le diseguaglianze economiche e sociali tra territori e cittadini.
È necessario cambiare completamente direzione. Gli investimenti nelle infrastrutture sociali ed in particolare nell’istruzione e la ricerca, devono diventare una delle priorità nelle scelte politiche dei prossimi anni. Coerentemente rivendichiamo massicci investimenti nell’intero sistema di istruzione per riparare ai guasti provocati dalla politica dei tagli al personale, al tempo scuola, alla ricerca, all’università. Per fare questo, proponiamo un investimento pari ad almeno un punto di Pil (17 miliardi di euro) nei prossimi dieci anni per colmare la differenza rispetto alla media degli investimenti europei nel settore. Inoltre per il Mezzogiorno, chiediamo un intervento straordinario, che utilizzi quota parte delle risorse determinate dall’applicazione della clausola del 34/% e delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, per un piano di sviluppo dell’intero sistema della conoscenza di quei territori: costruire nuove scuole, ridurre significativamente il numero di studenti per classe, aumentare il tempo pieno nella scuola primaria e prevedere le relative misure di supporto (mense, trasporti, ecc..), ampliare le dotazioni organiche del personale docente e ATA, attuare un ambizioso programma di reclutamento nelle Università e negli Enti di ricerca, realizzare misure per il diritto allo studio universitario finalizzate ad avviare un percorso verso la gratuità completa dei percorsi di formazione.
Rinnovo contrattuale e interventi normativi sull’istruzione e la ricerca
Rapporto legge-contratto
Occorre valorizzare la contrattazione integrativa, ripristinando le prerogative contrattuali rispetto alla legge su diverse materie, a partire dall’ organizzazione del lavoro.
Retribuzione tabellare
Occorre incrementare le risorse per il rinnovo contrattuale visto che quelle attualmente stanziate nel disegno di legge di Bilancio consentono, a regime, un incremento delle retribuzioni di poco superiore all’inflazione. Per i lavoratori del comparto “Istruzione e Ricerca” l’aumento sarebbe di meno di 80 euro medi mensili ben lontano dall’aumento a “tre cifre” promesso a più riprese.
Inoltre, poiché gli stanziamenti per il rinnovo contrattuale sono comprensivi dell’elemento perequativo attribuito ad oltre il 40 per cento dei lavoratori del comparto, a testimonianza che le retribuzioni del comparto istruzione e ricerca sono significativamente inferiori a quelle delle altre pubbliche amministrazioni, l’aumento medio mensile si riduce a circa 70 euro. Le risorse per l’elemento perequativo devono essere considerate pertanto aggiuntive rispetto a quelle occorrenti per il rinnovo contrattuale.
Al fine di conseguire un reale avvicinamento alla media delle retribuzioni europee, è necessario un significativo stanziamento aggiuntivo.
Non è infine previsto alcun finanziamento aggiuntivo al FFO e FOE per coprire le spese che verranno sostenute dagli atenei e dagli Enti di Ricerca per l’adeguamento delle retribuzioni.
Salario accessorio
Occorre incrementare le risorse per la contrattazione integrativa e individuare specifiche risorse per la valorizzazione professionale del personale del comparto.
Per il settore scuola occorre integrare il fondo per il finanziamento delle attività accessorie (MOF) la cui consistenza è rimasta invariata ai livelli del 2013, nonostante si sia da allora registrato un complessivo incremento numerico del personale docente e Ata in servizio.
Per quanto riguarda i Dirigenti Scolastici va data piena e integrale attuazione ai contenuti dell’intesa del 30 ottobre 2019 fra sindacati e MIUR.
Per l’università e la ricerca va dato seguito all’intesa dello scorso del 24 aprile prevedendo un intervento normativo per consentire maggiore flessibilità nella costituzione e nell’utilizzo dei fondi del salario accessorio, eliminando le attuali limitazioni al tetto del fondo e più risorse finalizzate a riavviare progressioni economiche e di carriera sostanzialmente bloccate da dieci anni.
Interventi specifici per il settore
Scuola
Sanzioni disciplinari
Anche alla luce della recente ordinanza della Cassazione Civile, va chiarito che la sanzione fino a 10 giorni di sospensione dal servizio non può essere irrogata dal Dirigente Scolastico, ma dall’Ufficio per i procedimenti disciplinari. Va pertanto modificato il Decreto 75/2017 (Madia).
Per i docenti, inoltre, occorre istituire un organismo di garanzia per la tutela della libertà di insegnamento che sappia all’occorrenza discernere fra ciò che, rientrando nella sfera della libertà di insegnamento, non può essere oggetto di sanzione e ciò che invece si può configurare come condotta antigiuridica e pertanto censurabile.
Sistema delle abilitazioni nella scuola
Occorre rendere disponibili in via strutturale e permanente opportunità e percorsi di abilitazione rivolti alle diverse tipologie di personale docente. Oltre a garantire l’accesso a chi è in possesso del/i titolo/i necessari indipendentemente dall’aver prestato servizio, il sistema deve prevedere a regime un accesso con modalità semplificate per:
• precari con almeno 3 anni di servizio
• docenti già di ruolo che, in possesso del titolo di accesso, aspirano a cambiare classe di concorso o ordine/grado di scuola
• dottori di ricerca
Va inoltre previsto l’accesso semplificato ai corsi di specializzazione per i docenti con consistente servizio sul sostegno.
Responsabilità in materia di sicurezza negli ambienti scolastici
Qualora non si provveda con idoneo emendamento in legge di bilancio, sarà necessario intervenire normativamente per distinguere le responsabilità strutturali e impiantistiche degli Enti proprietari degli edifici da quelle gestionali che gravano sui Dirigenti Scolastici.
Stabilizzazione organici
Va superata in via generale, sia pure con gradualità, la distinzione tra organico di fatto ed organico di diritto.
Docenti
Occorre incrementare la dotazione organica di diritto dei posti di sostegno, riducendo quelli attualmente assegnati in deroga che sono quasi 70.000. Si tratta oramai di un dato in continuo aumento, non determinato da esigenze di carattere temporaneo ma corrispondente a un fabbisogno strutturale del sistema.
ATA
Occorre incrementare l’organico implementando i parametri di distribuzione del personale alle scuole anche in ragione delle sempre più crescenti esigenze di sicurezza e assistenza degli alunni specie per quanto riguarda il profilo di collaboratore scolastico.
Occorre un piano straordinario di stabilizzazione in quanto da anni circa 20.000 posti, oltre il 10% dell’organico, sono coperti con contratti di lavoro precario. Occorre abrogare le norme che impediscono di sostituire i colleghi assenti sin dal primo giorno di assenza. L’organico potenziato va previsto anche per il personale ATA.
Rafforzamento della funzione docente nell’ambito degli organi collegiali
Vanno ripristinati ruolo, composizione e modalità di funzionamento previsti in origine per il Comitato di valutazione dei docenti, eliminando le competenze attribuite in materia di premialità dalla legge 107/2015.
Occorre inoltre ribadire in modo esplicito la potestà degli organi collegiali (Consiglio di Istituto e Collegio dei docenti) in materia di indirizzi generali nella redazione del PTOF e nella gestione della Istituzione scolastica.
Sburocratizzazione del lavoro docente e di segreteria, semplificazione del processo di programmazione e verifica
Occorre limitare all’essenziale e a reali esigenze di funzionalità la documentazione attinente ai processi didattici e amministrativi, valorizzando quanto più possibile l’autonomia progettuale e di gestione delle attività nell’ambito di una professionalità docente che si esplica nella sua dimensione individuale e collegiale, perseguendo nel contempo lo snellimento dei procedimenti amministrativi.
Al fine di liberare le scuole da compiti impropri e gravosi va rispristinata la funzionalità degli uffici territoriali dell’amministrazione periferica.
Interventi specifici per settore
Università
Finanziamento
È necessario incrementare significativamente la quota base del fondo di finanziamento delle università al fine di ridare impulso all’offerta formativa e alla ricerca, nonché ai servizi agli studenti, avviando nel contempo un reclutamento speciale per sostituire le unità di personale cessato dal servizio negli ultimi 10 anni per il quale non vi è stato turnover, di reintegrare i costi degli aumenti stipendiali e contrattuali e di prevedere un apposito finanziamento aggiuntivo finalizzato alla valorizzazione del personale.
Precariato e reclutamento
Va previsto un adeguato intervento straordinario di stabilizzazione del personale al fine di superare la precarietà di quei lavoratori che, a fronte della drastica riduzione del personale di ruolo, hanno garantito le attività di ricerca e di didattica, nonché quelle di assistenza nelle AOU, tecnica e amministrativa. Rivedere e semplificare l’attuale sistema di reclutamento.
Revisione dell’ordinamento
Va rivisto in profondità l’ordinamento al fine di rendere il sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute in materia di organizzazione del lavoro per meglio valorizzare la professionalità dei lavoratori appartenenti a tutte le categorie ponendo attenzione anche alla necessità di valorizzare i professionisti attualmente collocati nella categoria delle Elevate Professionalità, riaffermando la loro peculiarità ai fini del perseguimento degli obiettivi delle Amministrazioni del Settore. Va ricompresa e regolamentata nel CCNL la figura del Tecnologo a tempo indeterminato nelle università.
Non è più rinviabile la definizione di una specifica disciplina contrattuale che dia soluzione alla problematica delle mansioni e del trattamento economico dei Lettori di madrelingua e dei Collaboratori esperti linguistici, nonché a quella del personale che opera nelle aziende ospedaliero-universitarie.
Interventi specifici per settore
Ricerca
Finanziamento
È necessario incrementare significativamente il FOE (il cui valore è inferiore a quello di 10 anni fa) e il finanziamento degli altri enti di ricerca non vigilati dal MIUR, al fine anche di completare il processo di stabilizzazione, di reintegrare i costi degli aumenti contrattuali e finalizzare parte delle risorse alla valorizzazione del personale.
Precariato e reclutamento
Va completato il processo di stabilizzazione previsto dall’art.20 del Dlgs 175/2017 finalizzando allo scopo tutte le risorse necessarie. Al fine di evitare che nuovamente e in breve tempo si crei un bacino esteso di lavoro non stabile, vanno previste procedure semplificate di reclutamento per il personale che ha rapporti di lavoro a tempo determinato o con assegni di ricerca, attivati mediante selezione pubblica. Per contro le previsioni previste nel ddl Bilancio 2020 limitano nei fatti le possibilità di stabilizzare il personale precario.
Revisione dell’ordinamento
Va rivisto l’ordinamento al fine di rendere il sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute in materia di organizzazione del lavoro e per meglio valorizzare le professionalità dei lavoratori. Va inoltre superato il blocco delle carriere a partire dalla piena applicazione dell’art 15 per ricercatori e tecnologi e consentito l’incremento del Fondo per le progressioni di carriera per il personale tecnico e amministrativo. Anche in questo caso le norme ipotizzate nel ddl Bilancio compromettono le possibilità di riconoscere le professionalità del personale.
Agenzia Nazionale per la Ricerca (ANR)
È certa l’esigenza di prevedere il coordinamento del Sistema Ricerca del Paese. Tuttavia la proposta di istituzione e composizione dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca sconta i limiti propri di un dispositivo normativo definito in assenza del confronto con le Parti sociali e la Comunità Scientifica, con il rischio di trasformare un’opportunità in un fardello burocratico.
Necessario quindi prevedere che la composizione ed il funzionamento dell’ANR siano rinviati ad uno collegato alla Legge di Bilancio.
Interventi specifici per settore
AFAM
È necessario accelerare i processi in atto di stabilizzazione del personale docente e TA e di statizzazione degli istituti superiori di studi musicali e delle accademie storiche
Occorre affrontare, nell’immediato, il tema dei co.co.co figura contrattuale non più prevista ma largamente utilizzata per realizzare anche l’ordinaria offerta didattica e subito dopo l’ampliamento delle dotazioni organiche.
Occorre accelerare le procedure di inquadramento dei docenti di II fascia nella prima fascia, eliminando il riferimento al Regolamento sul Reclutamento recentemente ritirato, con contestuale trasformazione dei relativi posti.
Occorre istituire l’abilitazione artistica nazionale.
Roma, 22 novembre 2019
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