22/07/2024 -Più soldi per il salario accessorio: intervista a Elvira Serafini

CCNL 22-24, Serafini (Snals): “Più soldi per il salario accessorio dei docenti. Ecco come valorizzare ATA e DSGA”

All’inizio di luglio, il Ministro Valditara ha convocato un incontro con le organizzazioni sindacali per presentare la bozza dell’Atto d’indirizzo per il rinnovo del Contratto Scuola 2022-2024. Al centro della proposta c’è un sostanziale aumento delle retribuzioni base per il personale scolastico di circa 3 miliardi di euro ed un piano finanziario delineato che va oltre la legge di bilancio.
Sono previsti fondi aggiuntivi per la formazione che partiranno da 14,6 milioni di euro nel 2023 per arrivare a 43,8 milioni annui dal 2026, con un’ulteriore iniezione di 50 milioni dai Programmi Operativi Complementari.
Un altro aspetto interessante del piano finanziario è l’utilizzo delle economie derivanti dalla riduzione dell’organico dovuta al calo demografico. Tali risparmi, che aumenteranno progressivamente nei prossimi anni, saranno reinvestiti nella valorizzazione professionale dei docenti, partendo da 40 milioni nel 2026 fino a raggiungere 387 milioni annui dal 2031.
Maggiori risorse per i lavoratori della scuola, ma anche cuneo fiscale. Le risorse previste dal Ministro saranno sufficienti a coprire l’aumento dell’inflazione nel triennio di riferimento del Contratto? Lo abbiamo chiesto ad Elvira Serafini, segretaria nazionale del sindacato Snals, che ha risposto ad una nostra intervista sulla bozza dell’Atto d’Indirizzo discussa dal Ministro.
Secondo voi queste risorse sono sufficienti?
“È necessario ricordare che, per quanto riguarda il CCNL scuola 2022-2024, è stato già attribuito un anticipo di vacanza contrattuale, per pagare il quale si è fatto utilizzo di 2 miliardi di euro stanziati per il rinnovo dei contratti 2022-2024. Tenendo conto che nel 2023, l’inflazione ha raggiunto anche livelli vicini al 12% e che attualmente l’inflazione si mantiene a livelli elevati, risulta prioritario garantire il reale potere di acquisto dei salari attraverso significativi stanziamenti nella prossima legge di bilancio per il rinnovo contrattuale. La riduzione del cuneo fiscale non può essere realizzata con misure transitorie che tra l’altro vanno a intaccare le prerogative contrattuali per la remunerazione dei lavoratori della scuola. Ciò che ci preme in maniera particolare è garantire a tutti i lavoratori della scuola condizioni di vita dignitose dal punto di vista economico e professionale. Non più rinviabile l’incremento del FMOF attraverso un significativo aumento dei compensi orari che alimentano il salario accessorio. Altro importante obiettivo che intendiamo perseguire è l’avvio di una politica retributiva che diminuisca i divari tra il personale docente e riconosca in maniera adeguata il lavoro e le nuove responsabilità del personale ATA. Altre innovazioni previste dall’Atto di indirizzo come il Welfare sono assolutamente condivisibili ma anche in questo caso occorre che il Governo stanzi le risorse per renderne effettivamente esigibili i suoi istituti.”
La figura del docente stabilmente incentivato verrà sostituita da figure più flessibili e orientate al supporto didattico e all’implementazione dei piani formativi. Un sistema innovativo che il Ministro vuole introdurre è il sistema di incentivi misto, che combinerebbe compensi annuali per funzioni specifiche con incentivi stabili ottenibili al termine di un percorso pluriennale.
Qualche considerazione sul “docente stabilmente incentivato”?
“Apprezzabile la volontà del Ministro di superare l’attuale impianto normativo introdotto dal DL 36 del 2022. La valorizzazione del personale docente da noi auspicata deve essere realizzata con le forme deliberate dagli organi collegiali competenti dove la formazione assume un ruolo importante. Altro strumento di valorizzazione è una progressione stipendiale basata su esperienze e titoli professionali e non affidata a procedure competitive o, peggio ancora, selettive. In ogni caso la valorizzazione del personale docente non può essere a carico dei risparmi ottenuti con il decremento degli organici.”
Il potenziamento della formazione professionale continua per i docenti è un pilastro fondamentale della proposta del Ministro.
La sua opinione in merito?
“La formazione in servizio deve essere disponibile per tutti i docenti senza discriminazioni e limitazioni, superando il sistema della formazione incentivata previsto dal DL 36, come lo stesso Ministro ha auspicato, e restituendo al collegio dei docenti piena potestà in tema di formazione. Le iniziative di formazione gestite dall’alto non hanno finora dimostrato di essere lo strumento più adatto per la crescita professionale dei docenti. È venuto il momento di responsabilizzare i collegi dei docenti offrendo a chi ne fa parte la possibilità di diventare protagonisti del proprio aggiornamento professionale.”
Il piano riguarda anche gli ATA, con una valorizzazione e un consolidamento dei nuovi ordinamenti; e i DSGA, con fondi dedicati alla loro valorizzazione a partire dal 2025, derivanti dalle economie del ridimensionamento della rete scolastica.
Cosa ne pensa?

“Per il personale ATA occorre disciplinare in maniera precisa l’applicazione del nuovo ordinamento, rivalutare per tutto il personale, a partire dai DSGA, le indennità già percepite, incrementare le indennità per gli assistenti tecnici del primo ciclo, e le indennità di assistenza alla disabilità. Particolare attenzione andrà prestata alle forme di incentivazione della partecipazione alle iniziative di formazione in servizio. Anche in questo caso occorrono risorse aggiuntive anziché utilizzare quelle derivanti dai risparmi generati
dalla riorganizzazione della rete scolastica.”