04/01/2025 – Fondo Espero: è opportuno che il personale della Scuola aderisca?
Alcuni soci Snals, in particolare neoassunti e supplenti, ci chiedono se sia o meno vantaggioso aderire al Fondo Espero.
A tal proposito bisogna tener conto che a decorrere dal 16 agosto 2024 ha effetto l’intesa sottoscritta tra ARAN, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e ANP in data 16.11.2023, che prevede per tutti coloro che sono stati assunti a tempo indeterminato dal 1 gennaio 2019 l’iscrizione automatica al Fondo Pensione ESPERO mediante l’istituto del “silenzio-assenso”. Gli assunti nel corrente anno scolastico e negli anni precedenti devono prestare particolare attenzione a questo tema per non trovarsi, senza esserne coscienti, un’adesione non desiderata.
Pubblichiamo quanto riportato nel sito web di ESPERO:
- entro metà agosto gli/le assunti/e dal 1° gennaio 2019 ricevono dalla propria scuola una espressa informativa sul Fondo e specificatamente sul “silenzio-assenso”.
- dalla data di ricevimento di questa informativa decorrono i 9 mesi di tempo per poter esprimere il proprio diniego
In conseguenza, è il dirigente scolastico a indicare “come esprimere tale rinuncia”. Tale comunicazione andrà consegnata al datore di lavoro (non al Fondo Pensione)”.
- in caso di mancato espresso diniego, automaticamente ci si ritrova iscritti nel Fondo.
- chi si troverà iscritto/a col silenzio-assenso potrà recedere [art. 6 Accordo], entro 30 giorni dalla data di comunicazione che il Fondo deve inviare a coloro che sono rimasti/e intrappolati/e.
Sfortunatamente, siamo costretti a sottolineare che diversi dirigenti scolastici non hanno ancora inviato le informazioni richieste e che in molte istituzioni scolastiche sono state distribuite circolari che fissano termini per le decisioni notevolmente più brevi [fino a 15 giorni anziché 9 mesi!]
Pertanto, incoraggiamo il personale scolastico a sollecitare il Dirigente Scolastico affinché invii le informazioni necessarie (ricordando sempre il limite di 9 mesi) e a valutare di conseguenza se sia opportuno aderire.
Il Fondo Espero è vantaggioso per gli operatori scolastici?
Opinioni e Dettagli
Cerchiamo di fare chiarezza e di capire se il fondo Espero é o meno conveniente. In questo articolo cercheremo di illustrare le prerogative principali e spiegheremo come opera il fondo pensione creato per i gli operatori del settore scolastico, concepito specificamente per aiutare questi lavoratori a costruirsi una pensione aggiuntiva.
È uno strumento di accumulo e investimento che offre ai partecipanti l’opportunità di generare un reddito che può integrare la pensione statale, che, come sicuramente saprete, tenderà a diventare sempre più ridotta col passare del tempo.
Pertanto, se lavorate nella Scuola, dovreste approfondire la vostra conoscenza su questo fondo e valutare i benefici che l’investimento dei vostri risparmi nel fondo pensione specifico può fornire rispetto ad altre strategie di risparmio amministrato.
Adesso scopriamo insieme tutte le sue peculiarità.
Fondo Espero: principali caratteristiche
Espero rappresenta il fondo pensionistico complementare nazionale per chi opera nel settore scolastico, ed è registrato nell’elenco mantenuto dalla Covip con il numero 145.
Si configura come un’organizzazione senza scopo di lucro, il cui unico fine è consentire ai partecipanti di accumulare una pensione aggiuntiva che completi quella statale.
Fondo Espero è uno dei più rilevanti fondi negoziali presenti in Italia.
Cosa significa ciò?
Di solito, i fondi pensione sono dei “fondi aperti”, i quali consentono un’accesso libero a ogni categoria di lavoratori. Questi sono i fondi più frequenti e diffusi. Al contrario, i fondi negoziali sono considerati fondi chiusi poiché sono destinati a determinate categorie di lavoratori. La loro istituzione deriva da accordi stipulati tra sindacati o associazioni di categoria, in conformità al contratto collettivo nazionale del lavoro.
In sintesi, siamo di fronte a uno strumento per il risparmio e l’investimento, gestito e monitorato dalla COVIP, garantendo così la sua sicurezza.
Chi può partecipare
Come precedentemente menzionato, tutti coloro che lavorano nel settore scolastico possono partecipare, in particolare gli impiegati delle istituzioni scolastiche statali, come insegnanti, personale amministrativo ATA e dirigenti, nonché il personale AFAM (alta formazione artistica, musicale e coreutica) assunti con contratti sia a tempo indeterminato, anche in forma part-time, sia con contratti a termine (quest’ultima categoria dovrà registrarsi almeno tre mesi prima della scadenza del loro contratto).
Possono partecipare anche gli impiegati delle organizzazioni sindacali che hanno firmato l’accordo di istituzione del fondo e quelli delle organizzazioni sindacali che hanno stipulato contratti collettivi nazionali per consentire l’accesso al fondo da parte dei lavoratori impiegati in scuole private, parificate e legalmente riconosciute, oppure da enti dedicati alla formazione professionale, inclusi i dipendenti in aspettativa sindacale presso tali organizzazioni, e i lavoratori impiegati in scuole private, parificate e legalmente riconosciute, anche se con un contratto di formazione lavoro.
Inoltre, possono partecipare anche i familiari fiscalmente a carico dei lavoratori iscritti a Espero.
Naturalmente, ogni dipendente ha la libertà di decidere se aderire o meno al fondo.
Come funziona
Se decidete di partecipare a questo fondo previdenziale, dovete essere consapevoli che le modalità di versamento per la pensione complementare sono definite dai contratti o accordi collettivi individuali.
Avrete la possibilità di contribuire al fondo con delle quote a vostro nome, delle quote che il datore di lavoro si impegna a versare per voi e delle quote di TFR accumulate nel corso dell’anno.
Se questo aspetto del contratto vi interessa, voglio informarti che esiste un approfondimento per spiegare se sia più conveniente destinare il TFR alla pensione integrativa o mantenerlo presso l’azienda: “Dov’è meglio destinare il TFR?”
Il vostro contributo personale verrà dedotto mensilmente e sarà versato insieme a quello del datore di lavoro, entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello di riferimento.
Il calcolo è effettuato in percentuale e l’aderente ha la facoltà di scegliere tale percentuale al momento dell’iscrizione, con la possibilità di modificarla in seguito.
La prestazione pensionistica
L’importo del pagamento finale può essere influenzato da numerosi elementi, tra cui sicuramente la somma versata e gli anni di partecipazione al fondo. Un altro fattore che concluderà l’ammontare del vostro pagamento finale sarà il rendimento del fondo, insieme all’aspettativa di vita legata a età e genere.
Evidentemente, più lungo sarà il periodo di partecipazione nel fondo, maggiori saranno le possibilità di conseguire una somma più elevata.
L’importo accumulato nel corso degli anni sarà fornito dal fondo sotto forma di rendita e capitale.
Per quanto riguarda la distribuzione della rendita, ci sono varie alternative, che ora analizzeremo:
- Rendita vitalizia semplice: questa verrà pagata fino alla morte del partecipante, estinguendosi quindi con il suo decesso;
- Rendita reversibile: questa rendita continua a essere pagata fino alla morte del partecipante e, successivamente, al beneficiario designato se presente. La rendita si interrompe con la morte di quest’ultimo. L’ammontare della rendita reversibile, che risulterà inferiore a quello della rendita semplice, dipende dalle caratteristiche del beneficiario, come età e genere, e dall’aliquota di reversibilità, che indica la porzione di pensione che continuerà a essere distribuita dopo la morte del pensionato;
- Rendita certa di 5 o 10 anni, seguita da rendita vitalizia: questa è prevista per un periodo definito senza considerare se il socio sia ancora in vita. Dopo tale periodo, la rendita diventa vitalizia se il pensionato è ancora in vita, altrimenti si conclude se il pensionato è deceduto nel frattempo;
- Rendita con restituzione del capitale residuo: questa viene corrisposta fino alla vita del partecipante e, all’atto del suo decesso, il capitale residuo viene versato ai beneficiari o eredi designati, anche sotto forma di pagamenti periodici. Il capitale residuo è calcolato come la differenza tra l’importo accumulato trasformato in rendita e il totale delle rate già erogate al momento del decesso;
- Rendita con raddoppio dell’importo in caso di perdita dell’autosufficienza: in questa situazione, è previsto il raddoppio dell’ammontare versato nel caso in cui si verifichi una perdita dell’autosufficienza, e cioè quando l’assicurato non riesce più a compiere le azioni basilari della vita quotidiana e ha bisogno di assistenza.
L’investimento
I vostri contributi vengono destinati a investimenti in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni statali o altri titoli obbligazionari e quote di fondi comuni, seguendo le strategie di investimento stabilite per ciascun comparto del fondo.
Il fondo Espero è organizzato in due sezioni di investimento, che sono:
Sezione garanzia: l’investimento in questa sezione mira a replicare l’accrescimento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) ed è progettato per coloro che si avvicinano alla pensione o che non tollerano rischi finanziari. Questa sezione garantisce un risultato per preservare il capitale. L’orizzonte temporale qui è limitato e il rischio è ridotto. Gli investimenti sono principalmente in obbligazioni a breve e media scadenza, con una piccola parte in azioni. È anche contraddistinta da una tutela del capitale. Le aree di investimento sono prevalentemente in euro;
Sezione crescita: questo comparto ha come obiettivo quello di aumentare il capitale investito di almeno il 2% oltre l’inflazione. In questo caso, si prevede un orizzonte temporale medio e un rischio moderato, che è leggermente superiore a quello della sezione garanzia. La composizione del portafoglio prevede il 30% in azioni globali, il 40% in obbligazioni del mercato globale, il 10% in strumenti monetari e il 19% in obbligazioni a breve termine globali. Le aree di investimento comprendono i paesi OCSE e, in misura minore, i paesi emergenti.
I costi
Passiamo al punto cruciale: i costi.
Le spese da affrontare durante la vostra partecipazione al fondo pensione ridurranno inevitabilmente il vostro reddito futuro.
Le spese e i caricamenti includono:
- Spese di iscrizione: 2,58€ a carico del partecipante e 2,58€ a carico dell’azienda;
- Spese a carico diretto del partecipante: 6,50% annuali calcolati sul contributo a carico dell’azienda;
- Spese annuali per i fiscalmente a carico: 10€;
- Spese indirette a carico del partecipante: prelevate trimestralmente in base al patrimonio medio gestito:
- Espero garanzia: commissione di gestione del comparto di 0,30% annuale e commissione del depositario del fondo di 0,02% annuale;
- Espero crescita: commissione di gestione del comparto di 0,14% annuale e commissione del depositario del fondo di 0,02% annuale;
- Spese per esercizio di diritti individuali: prelevate al momento dell’operazione:
- Anticipazione: 5,50€;
- Trasferimento: 5,50€;
- Riscatto: 10,50€;
- Riallocazione della posizione individuale: 5,50€;
- Riallocazione del flusso contributivo: non prevista;
- Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA): 0€.
- L’indicatore sintetico dei costi (ISC) rappresenta la spesa annuale, in percentuale sulla posizione individuale accumulata, calcolata considerando un destinatario medio che versa 2.500€ all’anno e ipotizzando un rendimento annuale del 4%.
Fondo Espero: pro e contro
Dopo aver esaminato tutte le peculiarità del fondo Espero, ora possiamo valutare accuratamente i pro e i contro di questo fondo e della previdenza complementare in generale, per discernere se sia una soluzione indicata per voi o meno.
Il principale beneficio è quello di crearsi una pensione supplementare rispetto a quella statale, che contribuirà a mantenere, da pensionato, il vostro attuale standard di vita.
Versando il contributo, riceverete anche il versamento effettuato dal datore di lavoro, il che sarà a vostro favore.
Un ulteriore beneficio è di natura fiscale, come abbiamo già menzionato in precedenza riguardo alla deduzione.
Il terzo vantaggio è la praticità: se siete investitori inattivi e non avete voglia o non vi sentite di approfondire e iniziare a riflettere sui vostri investimenti, vi basterà optare per il fondo pensione e in questo modo affiderete la gestione dei vostri capitali ai gestori del fondo che si occuperanno di farvi ottenere i risultati migliori.
Un ulteriore vantaggio del fondo pensione è la sua maggiore flessibilità, a differenza delle polizze vita, che sono invece cariche di vincoli e penalità. Se avete veramente necessità e rispettate determinati criteri, potete ricevere prestazioni in anticipo.
L’ultimo beneficio, poiché si tratta di un fondo associativo dei lavoratori, non interagirete con banche e società di investimento che presentano numerosi conflitti di interesse. Una maggiore chiarezza è sempre gradita.
Adesso consideriamo anche l’altro aspetto della situazione, cioè gli svantaggi dell’adesione a un fondo pensione di questa natura.
La previdenza complementare non è infatti favorevole per tutti senza distinzioni; al contrario, è essenziale valutare le possibilità e comprendere meglio come investire, dove investire e come agire.
Il primo svantaggio consiste nell’acquistare un “pacchetto” di investimenti uniformato. In sostanza, state conferendo tutti i vostri fondi al gestore, rinunciando così a qualsiasi controllo sulla vostra gestione finanziaria. Abbiamo notato questo nei benefici, perché se siete un investitore che non ama impegnarsi, potrebbe effettivamente sembrarvi un vantaggio avere qualcuno che gestisce il vostro denaro senza che voi dobbiate fare alcuno sforzo.
Il secondo svantaggio riguarda i ritorni: frequentemente si opta per investimenti in aree a basso rischio per preservare il capitale. Facendo questa scelta estremamente cauta, si restringono le possibilità di guadagno che, inoltre, sono già afflitte dai costi.
Il terzo svantaggio, che in effetti per rilevanza dovrebbe occupare la posizione più alta, riguarda i costi e le spese. La spesa riduce il vostro capitale, diminuisce i vostri guadagni e vi consente di portare a casa meno di quanto desideravate e/o immaginavate.
Come quarto svantaggio devo indicarvi i vincoli: una volta che entrate nel fondo, dovete essere consapevoli che verserete rate per molti anni e potrebbe volerci davvero molto tempo prima di riottenere i vostri soldi. E, nel caso riusciste a recuperarli, tenete presente che dovrete soddisfare specifiche condizioni per farlo.
Adottare la previdenza complementare implica ridotto controllo, ridotta libertà e maggiori spese. Con queste parole non vogliamo dissuadervi dall’investire, ma è fondamentale che consideriate sia i vantaggi che gli svantaggi. Successivamente, sarete completamente liberi di prendere una decisione.
La tassazione
Esaminiamo il beneficio fiscale.
Nel particolare:
Il versamento effettuato dal dipendente e dal datore di lavoro può essere detratto dal reddito del dipendente per un massimo di 5.164,57€, in base alla propria aliquota massima;
I rendimenti della previdenza complementare sono soggetti a una tassazione sostitutiva: va da un massimo del 15% a un minimo del 9% a seconda degli anni di adesione al fondo;
I guadagni accumulati sono soggetti a tassazione con un’aliquota determinata in base alla composizione del portafoglio: 12,50% per i titoli di stato e 26% per le altre forme di investimento.
Per numerosi individui, tali vantaggi possono risultare molto vantaggiosi, specialmente se teniamo presente che, in altri tipi di investimento, le imposte hanno un’influenza non trascurabile.
Fondo Espero: È vantaggioso investire?
Adesso che abbiamo concluso l’articolo e esaminato tutte le caratteristiche, i costi, i pro e i contro, possiamo provare a tirare le somme e comprendere se e quando è vantaggioso partecipare alla previdenza complementare.
Non c’è una sola risposta, valida per tutti.
Ci sono individui per i quali, a nostro avviso, l’investimento nel fondo Espero risulta vantaggioso, mentre per altri potrebbe non essere così appropriato e, anzi, talvolta magari poco vantaggioso.
Ad esempio, se oggi avete 55 anni e un reddito medio-alto, possedendo anche altri investimenti attivi, e gli importi che intendevate versare per integrare la pensione non provengono solo da voi, in un’ottica di diversificazione, potreste considerare l’adesione alla pensione integrativa per trarre beneficio dagli incentivi fiscali.
D’altro canto, se avete difficoltà ad arrivare alla fine del mese, impiegate quei soldi per il cibo, iniziate a risparmiare seriamente, provate (se avete ancora energia e tempo per farlo) a progredire nella vostra carriera e ad incrementare le vostre entrate. Solo dopo aver completato queste azioni potrete affrontare il tema degli investimenti.
Attenzione: l’unica opzione obbligatoria è quella di integrare la pensione o di garantirne una, il che non implica necessariamente l’adesione ai fondi pensione. È sufficiente anche un investimento che si realizzi autonomamente, mirato a ottenere un reddito adeguato al vostro stile di vita. Esistono numerosi metodi per investire denaro e risparmi, non è necessario rivolgersi a un fondo pensione.