22/08/2022 – Supplenze ATA senza organico Covid, Serafini (Snals): contratti al 31 agosto da graduatorie di terza fascia su tutti i posti vacanti, no ai divieti. INTERVISTA

Oltre 27 mila posti vuoti dopo le operazioni della mobilità per il personale ATA, soltanto circa 10mila immissioni in ruolo autorizzate. L’anno scolastico 2022/23 si apre con la certezza dei tanti contratti a tempo determinato e senza la possibilità di poter contare sull’organico Covid. Ne parliamo con Elvira Serafini, segretario generale dello Snals.

In che modo la mancata conferma dell’organico Covid può essere compensata dalle norme sulle supplenze per il personale ATA?

Riteniamo che anche le supplenze dalle graduatorie di terza fascia debbano prevedere la scadenza del 31 agosto per tutti i posti presenti in organico di diritto e comunque vacanti e disponibili. Deve poi essere considerata con la dovuta attenzione la necessità di dare piena legittimità al diritto al completamento d’orario anche a coloro che sono assunti ai sensi dell’art 59 del CCNL del 2009. Non è poi accettabile che la circolare sulle supplenze abbia introdotto il divieto, dopo l’assunzione, di accettazione di nuova supplenza per altro profilo professionale. Tale divieto comporterà lesione di diritti e notevoli disparità di trattamento, anche a causa della eccessiva frammentazione delle procedure di nomina.

L’accantonamento dei posti per gli ex LSU può avere ricadute sulle supplenze del personale ATA?
Il nostro timore deriva dal rischio che il ritardo della terza fase di assunzione degli ex LSU possa determinare la mancata stipula di contratti a termine o fino al termine delle attività didattiche in caso di residue disponibilità dei posti dopo il completamento delle assunzioni. In sostanza chiediamo il rispetto integrale delle norme contrattuali ed in particolare di quelle previste dall’art. 41 del vigente CCNL.

La disciplina delle supplenze del personale ATA, dai problemi esposti, ha bisogno di modifiche?
Sicuramente bisogna mettere mano, attraverso un adeguato confronto con le parti sociali, alla revisione del DPR 430 del 2000. Non è accettabile che norme emanate da più di 20 anni possano dare risposte ai problemi ed alle esigenze che sono emerse a causa dell’evoluzione del quadro normativo generale, dei maggiori e nuovi compiti affidati alle scuole ed alle necessità generate dall’emergenza sanitaria che è lungi dall’essere stata risolta sul piano pratico.

Fonte: Orizzonte Scuola