20/04/ 2020 – Cara Scuola n. 34 – … La perentorietà del tono e la modalità di decisione sono insopportabili…

RISPETTARE I RUOLI

Ancora a proposito di DAD

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Pare che per il 2019-2020 ormai le scuole non aprano più. La prima fase emergenziale, dovuta alla pandemia da Coronavirus e protrattasi da fine febbraio a metà aprile, è stata caratterizzata da un paradosso:“sospensione delle attività didattiche”e possibilità di attivare la “didattica a distanza”. Nonostante la contraddizione i docenti hanno dato una risposta immediata senza interrompere il percorso di apprendimento. Da subito, ancor prima dei supporti istituzionali, ognuno ha cercato di gestire l’attività didattica, ha continuato a fare scuola, non ha tenuto conto degli orari e dei disagi “informatici”, ha avuto attenzione e preoccupazione per tutti i suoi studenti.

Il Ministero, con tutte le sue articolazioni periferiche, ha prodotto una serie abnorme di note dipartimentali, di circolari, di chiarimenti, di decreti conculcando i diritti dei singoli, degli organi collegiali e della RSU, violando privacy e sicurezza, creando disagio, stress e preoccupazione.

Risultato: tempi dilatati al computer per alunni, genitori e docenti – è stato tempo sano e produttivo?-; mai disconnessi, con le comunicazioni che si accavallavano e un fastidio incessante , – e la distinzione tra vita lavorativa e vita familiare? -; imposizioni e ordini per via telematica senza limiti di tempo e di spazio, talvolta ostentati come consigli, suggerimenti o inviti, – e la comunità educante?- ; la scuola dell’autonomia retrocessa a semplice esecutrice di disposizioni, docenti sempre più disorientati e frustrati – e questo che si voleva veramente?– Un quadro desolante, seppure enfatizzato e presentato come un successo. Questo si è verificato. E pensare che la scuola deve portare normalità e la DAD era solo una “possibilità”.

Da oggi in avanti, e chissà fino a quando, si continua con la DAD: In corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione (DL n. 22 dell’8.4.2020 art. 2 co. 3) .

La perentorietà del tono e la modalità di decisione sono insopportabili. Ma ladidattica a distanza è l’unica possibile in questo momento di emergenza da Coronavirus e dunque sono urgenti delle riflessioni sulle procedure, sui modelli e sugli aspetti educativi da applicare a una didattica che chiede alla scuola di continuare a perseguire il suo compito sociale e formativo caricandola, con gli alunni e le famiglie, di nuove responsabilità e preoccupazioni.

Non servono ringraziamenti stucchevoli né riconoscimenti interessati né pacche sulle spalle; sono gratificanti solo in apparenza perché i comportamenti, i “suggerimenti” e le “decisioni” dell’amministrazione comunicano un messaggio negativo, che si traduce in un abbassamento dell’autostima e nella mancanza di entusiasmo e partecipazione.
E’ sufficiente rispettare i ruoli e le competenze dei singoli, della RSU e degli OOCC, a cui ricordo che la partecipazione alle decisioni è un diritto e un dovere. ♦